Ecco perché non uso Gmail

Spesso mi chiedono come mai non utilizzi sistemi di webmail come Gmail. Alcuni si scandalizzano perché ho un mio server IMAP al quale posso accedere online tramite un server privato o utilizzando dei client IMAP mentre sono a casa.
Altri si mettono a ridere perché mi vedono usare Squirrelmail che ha una interfaccia un po' spartana.

Certamente Gmail (che significa Google Mail) ha il suo fascino. Esteticamente e funzionalmente offre un servizio fatto bene: è semplice da usare, è elegante, ha moltissime funzionalità ed è collegata da numerosi servizi aggiuntivi come ad esempio Google Calendar, Google Docs e molti altri.

Esistono anche altre aziende che offrono servizi analoghi, basti pensare a Windows Live di Microsoft che, assieme ad Office Live, permette di gestire email, documenti e fogli di calcolo, direttamente online.

Certo, tutto molto bello: è tutto gratis!

Però... cosa succederebbe se un po' alla volta Google, Microsoft o chi altri ora fornisce software as a service (SaaS), decidesse di mettere a pagamento qualche funzionalità ora gratuita? Tutte le nostre informazioni, email documenti, progetti, sono in pratica ostaggio di queste aziende.

Le mie email, i miei documenti, i miei progetti, in realtà sono fuori il mio controllo.

Tecnologicamente il SaaS è una buona idea, soprattutto per quanto riguarda la manutenibilità e la scalabilità del software, però bisogna stare molto attenti a questo aspetto spesso sottovalutato e nascosto dietro alle operazioni di marketing.

La soluzione che propongo per evitare di perdere la libertà e la proprietà delle mie informazioni è molto semplice: gestire i dati utilizzando standard aperti e, soprattutto, avere la possibilità di memorizzarli nei client in modo da scongiurare ogni possibile problema con il fornitore del servizio.

Potrebbe sembrare un discorso paranoico, ma già alcune volte sono venuto a conoscenza di casi in cui aziende hanno letteralmente ricattato i propri clienti attraverso le informazioni che valgono molto più degli strumenti.

Ciao,
ho trovato il questo articolo interessante ed originale a tal punto che mi è venuta voglia di risponderti:
intanto come potrai vedere dalla mia email io utilizzo gmail a pieno titolo, come moltissimi altri servizi google.
volevo osservare che il tuo ragionamento sta in piedi in un ottica di solo profitto, nell'era del web 2.0 il guadagno online non è più dettato dalla clientela di quello che offri, ma l'avvento del webmarketing ha cambiato completamente il volto del mercato delle applicazioni. questo significa che nel momento che uso gmail io non sono un cliente google, ma vale l'inverso, poiché come dimostra la madre di tutte le applicazioni gratuite di BigG: adsense; google non ha bisogno di vendere un prodotto, perché non sono i nostri soldi, non direttamente, quello che le interessa.
a contrario il ruolo di microsoft lo vedo più complicato. sarà che l'azienda di Redmond è ancora molto legata al vecchio business informatico, ma non riesce a dedicarsi al meglio alle applicazioni online, come dovrebbe fare per contrastare google.
In conclusione dubito di essere in ostaggio delle giganti di internet, anche se per quanto riguarda google sono pressocché monopoliste, ma analizzando le loro mosse, non hanno alcun motivo di cambiare politica a questo punto. google oltretutto ha costruito la sua immagine sul "freeware" associandosi ad altri gruppi nel google pack per esempio.
grazie di questo spunto di discussione.
tomma

non solo, sappiamo bene che se per caso Google decidesse di rendere a pagamento i suoi servizi per tutti, tutti gli utenti si muoverebbero verso altre piattaforme ugualmente interessante e gratuite che sarebbero ancor più spronata a nascere e crescere. Non c'è ritorno dalla for free revolution!

È vero: nel caso specifico di Google, effettivamente il rischio è molto basso, tendente a zero. Resta il fatto che, mentre a Google conviene fornire servizi free per avere una distribuzione capillare della pubblicità, altre aziende potrebbero invece pensarla in maniera diversa.

P.S: Grazie per i commenti, li ho apprezzati molto.

ragionamento che non sta in piedi se non nella logica informatica preistorica degli anni 90.

Puoi essere più specifico? Come giustifichi la tua affermazione?